Un’Amatriciana per salvare Amatrice: l’iniziativa dei ristoranti

Un’Amatriciana per salvare Amatrice: l’iniziativa dei ristoranti

Dopo solo poche ore dal terribile terremoto che ha colpito il centro Italia, avvenuto ieri, già molti ristoratori si sono messi in moto per raccogliere fondi da donare agli enti istituzionali per soccorrere chi è stato colpito da questa tragedia. L’accostamento con il mondo del food naturalmente ha a che fare con il piatto tradizionale tra i più famosi nel mondo, i cui natali sono storicamente attribuiti ad Amatrice, uno dei centri più colpiti dal sisma: l’Amatriciana (o Matriciana, come preferite). Raccogliamo in questo articolo alcuni eventi per i quali abbiamo ricevuto nota ma chiediamo a tutti voi di lasciare nei commenti ogni iniziativa di cui venite a conoscenza, così da dare ai lettori un quadro più completo. Lasciamo e chiediamo di lasciar fuori in questa sede le accuse di sciacallaggio mediatico ai ristoranti coinvolti in queste belle iniziative, che tanto hanno colorato la rete in queste ore. Ricordiamo che ogni forma di aiuto per chi ne ha bisogno è più importante di qualsiasi sterile dibattito.

 

CARLIN PETRINI FONDATORE DI SLOW FOOD

Per lo stesso motivo, Slow Food ha deciso di mobilitarsi chiedendo a tutti gli esercizi in Italia e nel mondo di inserire in carta un piatto di Amatriciana. Due euro per ogni piatto ordinato saranno devoluti in aiuto delle popolazioni colpite, per un intero anno. Ecco il testo “Con Un futuro per Amatrice (#unfuturoperamatrice) chiediamo ai ristoratori di tutto il mondo di inserire in carta il piatto simbolo della città colpita e di tenerlo per almeno un anno. E ai clienti chiediamo di sceglierlo. Per ogni amatriciana consumata verranno devoluti due euro, uno donato dal ristoratore, uno dal cliente. I fondi raccolti saranno direttamente versati al Comune di Amatrice“. Se, nonostante Carlin Petrini, continua a non convincervi la raccolta fondi nei ristoranti, potete donare a diverse associazioni e organizzazioni, noi segnaliamo qui La Croce Rossa italiana e la Protezione Civile.

Commenta